Simone è figlio d’arte.
I suoi genitori hanno lavorato e gestito diversi bar, dall’ 80 al 2004.
Sin da ragazzini, d’estate, lui e suo fratello aiutavano l’attività di famiglia e a chiusura ci si ritrovava tutti a casa per cenare.
Sulla tavola insalata di riso, cannelli gratinati e diverse bottiglie di Schultheiss, lager berlinese importata da un piccolo distributore locale. Per “l’epoca” una export di qualità.
Dopo qualche anno di esperienza come responsabile di un ristorante sul mare, sempre d’estate, sempre dopo lavoro, sempre tra una birra e l’altra, decide di intraprendere un nuovo progetto, in società con lo chef.
La Vecchia Osteria offre vini del territorio ma soprattutto le birre alla spina da una, una hell, diventano subito tre, con una blanche e una bitter spillata a pompa.
Sono anni ferventi e Simone comincia ad appassionarsi e a viaggiare molto.
L’input viene da un amico e collega.
Alessandro Zamboni, era titolare dell’ Enoforum a Senigallia.
Immaginate un orso romano tanto pigro quanto colto e caparbio. E’ il 2012 e si cominciano a conoscere in larga scala le birre luppolate in Italia.
Alessandro prende una bottiglia di “punk ipa” e la versa a Simone, ridendo sotto i baffi. Simone se ne esce con “Ma che roba è???”
Esperienza dopo esperienza la passione per la birra diventa una forza motrice potentissima, che lo porta a scoprire la tradizione dei microbirrifici franconi e la cultura anglosassone della birra in cask.
Dopo le montagne russe della bassa e alta fermentazione, è ora di produrre. Grazie alla forte amicizia coi fratelli Mukkeller, dell’omonimo birrificio a Porto Sant’Elpidio, in combutta con gli amici del pub Ludwig Strasse, si progetta la ricetta di una Pils affumicata. Nasce così la “corazzata kotionski” perchè poteva essere una cagata pazzesca o 92 minuti di applausi.